La Storia del Vino delle Isole Canarie è ultracentenaria!
Vino delle Isole Canarie … che delizia! La sua storia parte da molto lontano, furono gli inglesi a conquistare nel 1400 le Isole Canarie, oggi appartenenti alla Spagna. Il terreno accidentato, da cui sono caratterizzate, soprattutto quelle occidentali, fece sì che la conquista durò per l’intero secolo. L’ultima isola ad essere conquistata fu Tenerife nel 1496. Quindi le prime vigne su Tenerife, sono del 1497. Le isole di Lanzarote e Fuerteventura furono invece conquistate quasi un secolo prima dal francese Juan de Betancourt, che già all’epoca impiantò le prime vigne. Infatti, già all’inizio del 1500 i vini delle Canarie erano noti per la loro qualità, esportati a Madera ed in Inghilterra. Molto apprezzati soprattutto i vini dolci provenienti da uve di Malvasia di Candia, conosciuti come Canarias o Canary.
Alla fine dell’ottocento due furono le cause principali della distruzione dei vigneti: l’oidio nel 1852 e la peronospora nel 1878. I traffici commerciali, favoriti dalla posizione geografica di queste isole, che tanto lustro avevano finora apportato, finirono dopo tre secoli. Per decenni il vino venne prodotto solo per uso locale. Nel 1985 venne definito il disciplinare della denominazione di origine controllata Tacoronte-Acentejo, la prima a proporsi di rinnovare i vigneti secondo dei criteri moderni per restituire al vino le caratteristiche di qualità perse nel tempo, regolando la produzione. E così si ottenne la denominazione di origine controllata in tutte le isole dell’arcipelago.
La prima trasformazione affrontata è stata quella delle forme d’impianto. La pratica di coltivazione tradizionale avveniva un tempo con lo sfruttamento promiscuo dei terreni. Negli ultimi anni, invece, gli impianti a spalliera, dalla maggiore densità di ceppi per ettaro, hanno contribuito ad elevare il livello qualitativo delle uve e le doti organolettiche dei vini, eliminando le altre colture fra i filari.
La seconda trasformazione è avvenuta in cantina, adattando le moderne tecnologie alle antiche pratiche di vinificazione. Garante di questi impegni è il Consejo Regulador di ogni denominazione di origine controllata. Quello della prima nata tra le DOC, Tacoronte-Acentejo è composto oggi da oltre 1.500 vignaioli e da oltre 40 cantine. I vigneti delle Canarie sono posti su forti pendenze, su suoli molto accidentati, di difficile irrigazione, poveri, con strati di cenere, lastre di roccia, detriti di pietre vulcaniche e tutti difficilmente lavorabili con i mezzi meccanici adatti alla riduzione dei costi di produzione ed al mantenimento dei prezzi correnti di mercato.
Oggi l’unica coltivazione resistente alle intemperie ed alla siccità in luoghi tanto inaccessibili, si è rivelata la vite, che contribuisce notevolmente a combattere l’erosione e la desertificazione dei terreni di origine vulcanica e a preservare la bellezza dei paesaggi ed un ambiente sano e godibile turisticamente, la principale risorsa di queste isole. Anche per questo è in atto una terza trasformazione, sulla base dei criteri della politica agricola comunitaria per la conservazione dell’ambiente e del paesaggio, che richiede un’estensione dei vigneti e quindi una riduzione delle rese di uve per ettaro. Vigneti di età superiore ai 40 anni che rinascono, nuovi impianti che vengono messi a dimora su terreni di forte pendenza resi coltivabili da spettacolari terrazzamenti costruiti su muretti a secco, a partire da 200 metri sul livello del mare, fino a raggiungere i 2 mila metri per un totale di 18.932 ettari distribuiti per la maggior parte su fondi di piccole dimensioni dalla topografia molto accidentata.
I vini delle isole canarie hanno ottenuto la loro prima DO, Denomination de Origen, nell’Isola di Tenerife, solo nel 1992, ma quest’arcipelago vanta comunque un notevole trascorso enologico. A Tenerife si fa il vino da oltre 500 anni e fino agli anni 50 l’esportazione verso Europa ed America rappresentava la principale risorsa economica. Il suolo di origine vulcanica dona a questi vini un carattere unico. Ultimo ma non ultimo, un aspetto fondamentale è dato dal fatto che la filossera, un insetto di origine americana che intacca le foglie e comporta la morte dell’intero vigneto, non ha mai colpito le vigne canarie e quindi questi vini sono stati prodotti dalle stesse piante centenarie, mentre nel resto del mondo i vigneti esistenti hanno meno di 100 anni.
Oggi la produzione vinicola canaria sta tornando a livelli importanti, con un buon 80% per il fabbisogno nazionale, un 10% per il mercato spagnolo e il restante 10% per il resto del mondo. Per ciò che riguarda la genesi di questi vini, scopriamo cosa li rende così particolari. Queste isole di origine vulcanica, situate a poche centinaia di chilometri dalle coste sahariane, sono caratterizzate da poche piogge durante tutto l’anno. Il terreno è ricoperto da un manto di lava tritata che lo rende molto arido; su questo terreno ogni pianta trova il suo spazio in grandi buche scavate a mano, protette dai venti Alisei con dei muretti a secco. Qui ogni ettaro rende poco più di un quintale di prodotto, ogni attività viene svolta rigorosamente a mano, la resa finale conferisce, ogni stagione, 7-8 milioni circa di bottiglie. El Grifo è la più antica azienda ancora in produzione di tutte le Isole Canarie e dell’intera Spagna. Fondata nel 1775, è ancor oggi un business di famiglia. I locali della vecchia struttura offrono un salto nel passato, con la splendida biblioteca che ospita alcune migliaia di libri antichi. Protagonisti, i vitigni autoctoni: Malvasía vulcanica e Moscatel fra i bianchi, Listán negro fra i rossi. Fra le Malvasie brilla quella secca, nelle due versioni (in acciaio o barricato).
Nell’Isola di Tenerife, la vecchia capitale, La Laguna, è stata inserita dall’Unesco nella lista dei Patrimoni dell’Umanità. È una cittadina affascinante, caratterizzata da un clima fresco e variabile. Di fatto è un’ottima base per partire alla scoperta delle cinque Denominatión di Tenerife: Abona, Tacoronte-Acentejo, Valle de Güimar, Valle de la Orotava e Ycoden-Daute-Isora. Cinque zone vinicole per un totale di circa 80 Cantine. Per farsi un’idea generale della produzione vinicola di Tenerife bisogna andare a El Sauzal, alla Casa del Vino La Baranda. La struttura, a picco sul mare, fra i vigneti, in una villa padronale perfettamente ristrutturata, ospita il Museo del Vino, l’enoteca e la sala di degustazione. Nel contempo si è attivata la promozione di viaggi a tema enologico con incontri dei più quotati esperti nei migliori ristoranti delle località spagnole e canarie.
I vini canari sono di quattro principali tipologie: bianchi, rosati, rossi, dolci naturali. Ogni Denominazione di Origine dona caratteristiche differenti ed uniche alle uve coltivate grazie alle differenze dettate dai circa 500 microclimi esistenti sulle Isole.
Tra pochi giorni sarà tempo di vendemmia e quest’anno le previsioni sono per un’annata eccezionale sia sotto il profilo qualitativo sia sotto il profilo quantitativo. Sono stati fatti molti investimenti sia da parte degli agricoltori, sia da parte delle Cantine al fine di aumentare la produzione mantenendo però l’attuale livello qualitativo ed in taluni casi aumentandolo.